In Italia non si vive bene, questo è quanto stilato dal report presentato al World Economic Forum.
È partita lunedì 22 gennaio, la 48esima edizione del “World Economic Forum” (WEF), il meeting annuale che durerà fino a venerdì 26 presso la cittadina sciistica di Davos, nel Cantone dei Grigioni in Svizzera. Il WEF è una fondazione senza fini di lucro nata nel 1971 per iniziativa dell’economista ed accademico Klaus Schwab, si tratta di un incontro tra esponenti di primo piano della politica e dell’economia internazionale con intellettuali e giornalisti selezionati, per discutere delle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare, anche in materia di salute e di ambiente.
Quest’anno sono oltre 3.000 gli invitati, tra cui il più atteso è il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che parteciperà ai lavori giovedì prossimo. Per l’Italia saranno presenti, oltre ai manager e ad altri imprenditori, il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Ogni anno il forum si incentra su un argomento, in quest’edizione si parla di “Creating a Shared Future in a Fractured World” ossia di “Come creare un futuro condiviso in un mondo fratturato”.
Grande scalpore e attenzione ha suscitato la presentazione del rapporto stilato per tale occasione da U.S. News & World Report Best Countries, che mette in classifica a seconda del parametro considerato i primi venti Paesi del globo. Da questo rapporto sono emerse cose davvero molto interessanti, soprattutto per quanto riguarda il nostro Paese.
L’Italia è prima per influenza culturale, seguita da Francia e Stati Uniti e per quanto riguarda il patrimonio di arti e tradizioni è sempre prima, ma in questo caso davanti a Spagna e Grecia. Inoltre siamo al secondo posto anche come “miglior Paese per viaggiare da soli”.L’Italia però inizia a perdere punti quando si parla di capacità di attirare investimenti o di trasparenza dell’amministrazione pubblica. Un dignitoso decimo posto per consolarci lo occupiamo come “miglior Paese per un pensionamento confortevole”. Ma la cosa più grave è che l’Italia sparisce dalla classifica dei primi venti Paesi se parliamo di qualità della vita, a quanto pare la burocrazia, la mancanza di servizi, il lavoro precario incombono di più rispetto al bel clima e al cibo.
E voi questa ricerca come la considerate? Una sorpresa o una conferma di una percezione generale?