Home Musica GLI U2, tra l’esperienza passata e la speranza futura

GLI U2, tra l’esperienza passata e la speranza futura

by Andrea Picariello

E’ passato poco più di un mese da quando gli U2 hanno pubblicato “Songs of Experience”, l’ultimo lavoro della band irlandese, mentre proprio in questi giorni sono state annunciate le date dell’Experience+Innocence Tour che farà tappa anche a Milano al Mediolanum forum l’11 e il 12 ottobre. In realtà il 2017 è stato un anno decisamente da incorniciare per Bono e soci grazie al “The Joshua Tree Tour”, con il quale hanno voluto celebrare il trentesimo anniversario dell’omonimo capolavoro. Nonostante siano passati 41 anni da quando un giovane batterista, Larry Mullen Jr, affisse un messaggio in una bacheca della scuola per trovare musicisti con i quali formare un gruppo,  i risultati sono ancora a loro favore: secondo una recente classifica l’ultimo tour (che ha fatto doppio sold out a Roma) è stato quello con maggiori incassi dell’anno superando Guns N’Roses e Coldplay, segnando il tutto esaurito per ciascuna tappa. I quattro “ragazzi” di Dublino potevano decidere anche di accontentarsi e appendere il microfono al chiodo, continuando a fare omaggi al passato, a quello che è stato degli U2 e che, per i più critici, difficilmente tornerà. Invece la band irlandese con le “Songs of Experience”  guarda sì al passato, ma soltanto per prendere le proprie  esperienze  e dare una visione personale della vita con uno sguardo al futuro. L’album sarebbe dovuto uscire nel 2016, ma a causa della vittoria di Trump negli Stati Uniti, la data d’uscita è slittata di circa un anno, in quanto, secondo Bono, il mondo stava cambiando e i testi e i temi delle canzoni dovevano essere ripensati e riadattati all’attuale situazione. L’album, che viene considerato come una continuazione del precedente “Songs of Innocence”, è ispirato dalla medesima opera letteraria del poeta inglese William Blake e contiene 13 lettere scritte da Bono, destinate a persone care agli U2 quali famiglia, amici, fan e per farlo ha seguito un consiglio di un suo amico, professore al Trinity College di Dublino, ovvero di scriverle come se fosse morto, perché da vivi troppe volte non si ha il coraggio di dire ciò che si ha dentro.  Il cantante ha recentemente dichiarato, in un’intervista a Rolling Stone, che poco tempo fa ha rischiato di morire a causa di un problema di salute e che ciò lo ha spinto a maggiori riflessioni sui temi delle canzoni, incentrandole maggiormente su vita e morte. La prima canzone pubblicata “You’re the best thing about me” è una lettera d’amore che Bono dedica a sua moglie, dove si chiede perché mai dovrebbe rinunciare a lei. Il singolo ha subito stabilito un record in Italia restando per 5 settimane in testa alla classifica EarOne come brano più programmato dalle radio italiane, mentre l’album, alla prima settimana d’uscita, è balzato subito in testa alle classifiche americane e della maggior parte dei paesi europei venendo certificato disco di platino in Italia. Non saranno più gli U2 di “Sunday bloody Sunday”, ma quel che è certo è che occuperanno sempre un ruolo da protagonisti nella musica mondiale.

Qui l’ultimo singolo ” Get Out Of Your Own Way”: