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Gotti: la storia vera del gangster americano

by Benedetta Gambale

Un vero e proprio insuccesso per la critica. “Gotti – il primo padrino”, racconta la storia di John Gotti, il più grande mafioso della storia newyorkese, capo di Cosa Nostra. Tutto il film è un flashback che ha inizio nella prigione del Missouri con la discussione tra Gotti e John Gotti Jr e si concentra sulla conquista del potere assoluto di questo mafioso, sul coinvolgimento del figlio, i crimini, l’arresto e lo sfasciamento di tutta la banda.

La critica boccia “Gotti”

Gotti è un film che ha vissuto molte disavventure. Finalmente uscito nelle sale cinematografiche dopo ben sette anni di problemi e agonie, – si sono avvicendati quattro registi; se all’ inizio dovevano far parte del progetto anche Al Pacino e Joe Pesci, alla fine solo John Travolta non ha mai ceduto e ha continuato a credere in questo progetto – il film è stato giudicato dal New York Times come un caos vergognoso. Beh, in 120 minuti di film ci sono continui salti temporali, dagli anni ’90 agli anni ’70 e viceversa, cambi temporali comprensibili dalle ambientazioni ma soprattutto dal trucco che invecchia e deforma il volto di Travolta. Sicuramente non è un film da “buttare”, come molta critica fa pensare, ma è un film mediocre, manca di pathos e a volte pare si abbia paura a caratterizzare psicologicamente i personaggi, appaiono come tanti ritratti abbozzati.  Nei primi 40 minuti il film sembra carburare lentamente, un sovrapporsi di immagini e scene diverse che trovano, però, una loro maggiore armonia nella seconda parte in cui vediamo l’azione vera e propria, un “risveglio” dello stesso film.

Focus sul film

Crimini, violenza, tradimenti, incertezze. John Gotti è un uomo sdoppiato: da un lato un buon padre di famiglia, affettuoso e addolorato dal lutto della morte del figlio, dall’ altro un malavitoso spietato pronto a uccidere a sangue freddo. Ad aiutare John Travolta nell’ interpretazione del boss, è lo stesso figlio di Gotti, John Gotti Jr, che dopo 11 anni di prigione ha scontato la sua pena diventando un uomo libero. Come spiega Travolta: «Il cappotto che indosso all’inizio e alla fine del film è quello originale del boss di Cosa Nostra. È stata un’esperienza particolare, perché era ancora intriso della colonia che John Gotti usava. Ho indossato anche i suoi veri gioielli. Senz’altro mi ha aiutato ad entrare nel ruolo, così come mi hanno aiutato i tanti filmati che la famiglia ci ha messo a disposizione. Visionare quel materiale mi ha permesso di sparire nel personaggio, di diventare lui». Importante è anche l’amore che Gotti ha nei confronti della moglie, rimastagli sempre fedele. Un personaggio interpretato dalla stessa moglie di Travolta, Kelly Preston. «Non lavoriamo spesso insieme ma questa volta entrambi sentivamo che per dipingere l’unità di quella coppia, la nostra stessa connessione avrebbe aiutato», spiega ancora l’attore.

Hanno fatto molto discutere anche le scene finali. Immagini reali di testimonianze a favore di Gotti, una sorta di santo protettore della città. Eppure, nonostante la confusione e un avvicendarsi di scene poco approfondite, “Gotti – il primo padrino” è un film da vedere. Ci troviamo di fronte ad una storia vera! Quello era Gotti, quello il suo clan. Un film che, pur in modo superficiale, mette in risalto anche le insicurezze e le debolezze di un boss quale Gotti.

Di seguito, il link del trailer ufficiale: