A volte può capitare di ritrovarsi a dover convivere con una non prevista angoscia transitoria causata dalle improvvise consapevolezze della vita. Difficile trattenere lo sconforto sapendo che i destrorsi vivono in media cinque anni in più rispetto ai mancini, che le donne bruciano i grassi più lentamente degli uomini e che il 24 novembre uscirà “Possibili scenari”, il sesto album da solista di Cesare Cremonini.
Il sesto.
Procediamo tuttavia per gradi e bilanciamo l’ansia da prestazione che questo incipit vi ha inevitabilmente provocato con la gioia per l’arrivo in radio di “Poetica”, singolo apripista dell’album, così descritto dal suo autore:
“Un cocktail di benvenuto per il nuovo album.
Poetica è una ballad con il sound di una band, è una ritmica ossessiva e comunicativa che richiama l’eco di un accompagnamento jazz. Non è una canzone d’amore: il “sei bellissima” nel ritornello è urlato alla vita”
Sembrava ieri, senza retorica alcuna, quando una generazione ormai anagraficamente adulta seguiva ai limiti dello stalking un esaltato dai capelli rosso mogano che, con l’unico album della sua band, riuscì a vendere più di un milione di copie. C’erano ancora le musicassette, il Festivalbar, gli spot dei bagnoschiuma Badedas.
I Lùnapop non sono tuttavia diventati un’icona generazionale solo per i record raggiunti qua e là a cavallo tra vecchio e nuovo millennio, bensì per l’indubbio carisma del loro frontman. L’allegro Cesare, tralasciando un già citato tono di capelli prossimo alla querela, aveva dalla sua parte presenza scenica, contagioso entusiasmo e la giusta dose di arroganza concessa al leader di una band emergente.
Per i più smemorati, ecco la loro prima apparizione Tv al Festival San Marino.
(Si può notare che qui il cantante frequentava ancora parrucchieri dalla rispettabile professionalità).
Sopravvissuti a questo nostalgico tuffo nel passato, sperando che nessuno abbia dovuto salvarvi in extremis da un tentato suicidio, ripercorriamo la carriera post Lùnapop di Cesare con un viaggio tra i vari album pubblicati citando, per ciascuno di essi, la nostra traccia prediletta.
Bagùs, che in indonesiano siginifica “tutto ciò che è positivo”, battezzò ufficialmente nel 2002 il cantante bolognese alla carriera in proprio. Lo spessore autorale di Cesare inizia già a farsi sentire con chiarezza in questo primo album e, nonostante nessuno credesse che il progetto potesse riuscire degnamente, il doppio platino raggiunto parlava già di una carriera tutt’altro che paragonabile a quella di un teen-idol.
Non a caso “Vieni a vedere perché”, secondo singolo ufficiale, occupa ancora un posto speciale nel nostro cuore.
Maggese arrivò tre anni dopo, nel 2005, e venne valutato da Rolling Stone come uno dei 100 dischi italiani più belli di sempre. Non a caso contiene, tra gli altri brani, anche “Marmellata#25″ e “Le tue parole fanno male”, coverizzata poi nel 2009 da Fiorella Mannoia.
Noi crediamo però che, in questo album, sia “Sardegna” a meritare un’attenzione particolare.
Anzi crediamo che dovrebbe conoscerla chiunque.
Il primo bacio sulla luna, uscito nel settembre del 2008, si accontentò del sesto posto in classifica. Fu trainato dalle hit “Dicono di me”, “Figlio di un re” e “Il pagliaccio”, che riportiamo qui con nostalgico entusiasmo alla vostra memoria.
“E sullo specchio del camerino
mi faccio della stessa droga per cui vivo:
la vanità.”
Piangete voi se potete, noi abbiamo già finito anzitempo le lacrime.
La Teoria dei Colori fu, in seguito, l’album che sancì il passaggio discografico del cantante dalla Warner alla Universal Music. Siamo nel 2012.
Il titolo nacque da una gag tra Cesare e il suo produttore Walter durante la quale si discuteva del fatto che nessuna delle precedenti copertine fosse “monocolore”.
“La nuova stella di Broadway” sicuramente già la conoscete, anche perché in radio fu passata in maniera quasi martellante. Noi ve la riproponiamo come se non l’aveste mai ascoltata e vi obblighiamo anche a riguardare il video, davvero incantevole.
Logico invece fu, secondo Medimex, l’album dell’anno nel 2014.
Cremonini è ormai un cantante affermato e, a dimostrazione di ciò, c’è sicuramente il singolo “Io e Anna”, scritta come ideale prosecuzione di “Marco e Anna”, canzone di Lucio Dalla cui il cantante era profondamente legato.
Tra il ritmo di “Greygoose” e “Vent’anni per sempre”, il brano per voi proposto è la più intima “Cuore di Cane”, proprio per dare un colpo finale al vostro già precario stato emotivo che vi ha indubbiamente assalito dopo cotanta poesia.
Alla fine di questo monografico viaggio musicale, forse, dovremmo tra l’altro anche affemare che, quando si parla di Cesare Cremonini, non ci sono brani che è possibile citare come più esemplificativi di altri. La discografia di Cremonini è, probabilmente in misura maggiore rispetto a quella di altri artisti, una collana di storie, un elenco di narrazioni, di vicissitudini, di sensazioni che l’ascoltatore percepisce, sì, come esterne a sé, ma contemporaneamente anche come pezzi di vita che in qualche modo lo riguardano.
Si potrebbe tranquillamente dire che questo è un processo comune a qualsiasi canzone, però noi siamo certi che, in un’ottica di “Possibili Scenari”, una penna “Poetica” e un distinguibile accento bolognese sanno marcare la differenza ed essere, a distanza di quasi venti anni, costantemente al passo con i sentimenti di ogni tempo.