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Puigdemont: mandato d’arresto europeo

by Benedetta Gambale

La giudice spagnola Carmen Lamela, il 3 novembre, ha firmato il mandato di arresto europeo per il leader catalano indipendentista Carles Puigdemont e i quattro ministri della Generalitat che sono con lui a Bruxelles. Sono accusati di abuso di potere, ribellione, sedizione e disobbedienza. Concessa loro la libertà condizionata, Puigdemont non si arrende ma sostiene di essere pronto a candidarsi alle elezioni del 21 dicembre. “Posso fare campagna da qualunque parte, visto che viviamo in una società globalizzata”.

Questione giudiziaria

Il Ministro della giustizia belga, Koen Geens, tramite un comunicato diffuso via Twitter sostiene che il mandato d’arresto è una questione esclusivamente giudiziaria e non politica. “Il procedimento è esclusivamente giudiziario. A differenza che nell’estradizione, il potere esecutivo non partecipa alla procedura. Tutto avviene tramite contatti diretti tra le autorità giudiziarie“. Il governo belga si tira fuori dalla questione della indipendenza catalana.

L’ex presidente e i suoi ministri si sono presentati davanti al giudice istruttore della procura di Bruxelles e sono stati interrogati in merito al mandato d’arresto. Il magistrato belga ha confermato l’arresto e ha concesso la libertà condizionata con l’obbligo di non lasciare il territorio belga, di informare la polizia dei loro spostamenti e di presentarsi a tutte le convocazioni dell’autorità giudiziaria. Ora spetta alla Camera di consiglio del Tribunale decidere entro 15 giorni se rendere esecutivo il mandato europeo emesso dalla Spagna.

Elezioni di Dicembre

Il governo spagnolo di Madrid ha applicato l’articolo 155 della Costituzione contro la disobbedienza dei leader catalani. Esso afferma che nulla vieta a Carles Puigdemont di candidarsi alle elezioni del prossimo dicembre. “Finchè non c’è condanna definitiva, chiunque abbia i diritti civili intatti può presentarsi alle elezioni”. Lo afferma Inigo Mendez, il portavoce del governo spagnolo.

Lo stesso Puigdemont, in un’intervista rilasciata alla tv pubblica belga Rtbf, ha dichiarato di essere pronto a candidarsi. «Noi ci consideriamo un governo legittimo. Deve esserci una continuità, soprattutto per dire al mondo che cosa veramente succede in Spagna. (…) Ci saranno elezioni che vogliamo possano svolgersi nelle condizioni più normali possibili. Non è con un governo in carcere che queste elezioni saranno neutrali, indipendenti, normali».

Libertat!

In tutte le città della Catalogna, decine di migliaia di persone sono scese per strada gridando “Libertat!”. Una denuncia per l’arresto di Puigdemont e degli altri indipendentisti catalani e una richiesta di liberazione immediata. Le organizzazioni Asamblea Nacional Catalana e Omnium Cultural hanno indetto uno sciopero generale per l’8 novembre e una manifestazione a Barcellona per l’11. Intanto, migliaia di manifestanti hanno invaso il centro di Barcellona. Tutti i leader indipendentisti stanno lanciando appelli affinché la popolazione mantenga la calma. L’ex ministro della Generalitat ha invitato i catalani a protestare contro Madrid pacificamente e “nel rispetto delle opinioni di tutti”.