Home Cultura Quanti modi esistono di vedere l’arte?

Quanti modi esistono di vedere l’arte?

by Benedetta Gambale

John Berger, un noto storico d’arte britannico, nel 1972 realizza “Modi di vedere”, una serie tv che ha anticipato i temi degli studi di cultura visuale. Si tratta di quattro puntate complessive che affrontano ognuna una questione. L’occhio umano è al centro di questa ricerca letteraria, artistica e critica: il modo in cui concepiamo e percepiamo l’arte è legato al nostro mondo, alla nostra epoca, al nostro contesto sociale.

La riproducibilità dell’arte

La prima puntata di Modi di vedere si apre con Berger che si avvicina ad uno dei capolavori dell’arte del Rinascimento, Venere e Marte di Botticelli, e squarcia la tela con un coltello, ritagliando il volto della dea. Un dettaglio che viene, così, decontestualizzato dall’immagine a cui apparteneva; un dettaglio che, ora, potrebbe assumere un altro significato. Il ritaglio della Venere non è altro che una delle tante, piccole riproduzioni di dettagli di opere d’arte che vengono stampate in serie su enormi fogli bianchi. Berger riprende proprio il concetto espresso da Walter Benjamin: l’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica.

Ciò che cambia con la riproducibilità non è fisicamente l’opera d’arte, ma il suo significato. Le immagini artistiche, infatti, sono diventate potenziali veicoli per qualsiasi tipo di messaggio. Scollegate dal contesto originario, le immagini vengono utilizzate come “parole”: ritagliate, accostate ad altre, accompagnate da suoni o messe in movimento. Le immagini sono parole, non sacre reliquie!

Anche la fotocamera cambia l’arte ed il suo modo di vederla. Con la pittura, un’opera poteva vivere solo in un luogo. La fotocamera riproduce quest’opera d’arte e la rende disponibile altrove. Vediamo queste immagini nel contesto della nostra vita quotidiana, non più in un contesto “sacro” quale il museo. Non siamo più noi a doverci spostare, è l’immagine che arriva da noi. Inoltre, in una sequenza di immagini, il significato di ognuna di essa cambia in base a ciò che io vedo prima e dopo e in base a ciò da cui è circondata.

Inoltre, un’immagine nasce come fissa e silenziosa. Ecco che la camera, invece, la manipola con movimenti e suoni isolandone anche dei singoli dettagli. E così noi vediamo l’opera d’arte come prima non sarebbe stato possibile.