Home Musica PRIMA SERATA DEL FESTIVAL 2018: CRONACA DI UN SANREMO ANNUNCIATO

PRIMA SERATA DEL FESTIVAL 2018: CRONACA DI UN SANREMO ANNUNCIATO

by Lucido Peduto

Le migliori intenzioni non ci hanno aiutato ad essere ottimisti fino alla fine. Quando abbiamo visto l’ultima esibizione calcare il palco del teatro Ariston alle 00.50 abbiamo invocato il patron dello scorso anno, Carlo Conti, perché si impossessasse del corpo di Baglioni.
Con questa accorata introduzione, ci accingiamo a narrarvi il festival della canzone italiana nella sua prima serata, titolata “Cronaca di un Sanremo annunciato”, tra tweet, brani di rilievo, emozioni non ancora del tutto elaborate, evidente brio non rilevato e quote Eurovision totalmente compromesse.

L’opinabile ouverture canora tacciata come sigla e denominata “POPOPO”, arrivata puntuale dopo gli spot di rito delle 20.30, ha creato delle serrande automatiche al posto dei timpani, rendendo chiaro, già da questo principio, molto di ciò che avremmo visto.

Andy Warhol?

Sono indi seguiti 40 minuti di Fiorello, re indiscusso della serata, e la canonica introduzione del presentatore Baglioni, ovvero un aulico discorso sulla musica all’interno del quale le canzoni sono definite “coriandoli di infinito”.
Pensavamo che il peggio fosse passato, fino a quando frau Trussardi non ha anticipato San Valentino baciando il marito in platea, dopo aver già ricordato dal palco che lo amava e che erano distanti da due settimane. Molte le inquadrature anche sulla figlia della presentatrice, Aurora Ramazzotti.
Favino invece, inizialmente teso, si è gradualmente rilassato durante i vari momenti con il “dittatore” artistico.

Entrando nella gara, la prima a gareggiare è Annalisa Scarrone con “Il Mondo Prima di Te”, brano che vede come autore anche Davide Simonetta, ex compagno della cantante. Performance spettinante, che ha ricordato a tutti che chi esce dai talent non ha necessariamente un futuro da cameriere.
Spazio poi all’interpretazione un po’ fiacca di Ron, forse troppa l’emozione per il testo di “Almeno Pensami”, scritta da Lucio Dalla.
Subito dopo, perché si capisse subito che questo fosse anche il festival dell’equilibrio, arriva il momento del brano più radiofonico del festival, “Frida (Mai, mai, mai)” de The Kolors. Il flop è rimandato.
Segue Max Gazzé, banditore sbucato fuori da una fiaba dei fratelli Grimm che racconta la sua “Leggenda di Cristalda e Pizzomunno” proprio come se fosse fuori da un castello medioevale. Magico.

Tra un brano e l’altro, un momento importante in platea:

Fiorello irrompe di nuovo in duetto con Baglioni, in quello che è una sostituzione dello spazio Pausini, rimandato a sabato, la quale interrompe poi i due con una telefonica a sorpresa. Di tanto in tanto anche alcuni sketch del trio dei conduttori, apprezzabili sia negli anni ’50 che, in fondo, anche oggi.

Classe, compostezza, ordine, meraviglia vengono ripristinati da Ornella Vanoni, accompagnata da Bungaro e Pacifico sulle note di “Imparare ad amarsi”. La meraviglia.

Segue la coppia “podio facile” di Ermal Meta e Fabrizio Moro con “Non mi avete fatto niente”, brano di indubbio impatto emotivo che, dalle prime indiscrezioni, sembra aver preso troppa ispirazione da un’altra canzone presente negli archivi rai di Sanremo, ovvero “Silenzio” di Ambra Calvani e Gabriele De Pascali. Questo pezzo, durante la notte, è stato cancellato dal web. Tuttavia, pare che l’autore dei due brani sia lo stesso, quindi si esclude la possibilità di conseguenze importanti.
Segue l’invisibilità di Mario Biondi in “Rivederti”, che immaginavamo leggermente più movimentato, e la mancata intonazione dei Facchifogli ne “Il Segreto Del Tempo”.
Momento in cui gli utenti di Twitter hanno decisamente trovato sfogo, saturati da cotanta intensità musicale, quello dell’esibizione de “Una Vita In Vacanza” de Lo Stato Sociale, che hanno ben pensato di compensare la ridondanza di quella che poteva essere una canzone qualsiasi del loro repertorio con l’esibizione di Paddy Jones, arzilla ottantaquattrenne ballerina di salsa acrobatica. Insomma, ciò che accade nel video dei Coldplay di “The Hardest Part” si è concretizzato anche in Italia.

Noemi, intanto, riporta sobrietà alla kermesse con la sua “Non smettere mai di cercarmi”, forse nata come versione karaoke di “Sono Solo Parole”.

I Decibel, reduci dallo sforzo forse troppo aulico -se non inefficace-, di “Lettera Dal Duca”, anticipano Elio e le storie tese, che, con “Arrivedorci”, citano più volte la parola “demenziale” che però non si rivela affatto sufficiente a non lasciare l’amaro in bocca.

“Sobrietà”, motto di Elio

Caccamo, con la sua “Eterno”, riporta sul palco profondità e delicatezza, rendendo poi addirittura ancora più percepibile l’intenzione radiofonica di Red Canzian in “Ognuno ha il suo racconto”. Sufficiente.

Tra un vestito da favola di Michelle e l’altro, Luca Barbarossa ci prova in dialetto con “Passame Er Sale”, senza tuttavia farci capire del tutto le sue intenzioni. Diodato e Roy Paci e la loro “Adesso”, invece, con qualche ascolto in più potrebbero decisamente convincerci.

Nina Zilli, “Senza Appartenere”. Così riassumibile:

Dopo mezzanotte e dopo Gianni Morandi e Tommaso Paradiso, lì dove Carlo Conti avrebbe velocizzato l’esecuzione dei brani, è la volta di Renzo Rubino con “Custodire”, nel pieno stile del cantante, poi di Enzo Avitabile e Peppe Servillo nella malinconia dolce de “Il Coraggio di Ogni Giorno” ed infine de Le Vibrazioni con “Così sbagliato” ed un titolo che non poteva essere migliore manifestazione di coerenza.

In conclusione, abituati al ritmo serrato di Carlo Conti, abbiamo ancora di più percepito quello più rallentato, regolare e cadenzato di Baglioni, certamente ben equilibrato da Favino, inaspettatamente agile alla conduzione, e Michelle Hunziker classificata con lode in “Storia del compromesso tra eleganza e decolleté”.

 

Per quanto riguarda i brani, pochi quelli di impatto, a fronte invece di molti testi impegnati. Punto interrogativo titanico per ciò che concerne l’Eurovision Song Contest, dato che l’unico brano accettabile per Lisbona 2018 sembra essere quello de The Kolors.

I meno votati dalla giuria demoscopica, l’unica svelata stasera, sono stati Red Canzian, Decibel, Diodato e Roy Paci, Enzo Avitabile e Peppe Servillo, Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, Le Vibrazioni e Renzo Rubino.

Cosa ci attenderà nelle prossime sere? Sicuramente qualche caffé in più.

Buon Ascolto!