Home Cultura Tullio De Piscopo, un sorriso a ritmo del suo “Tempo”

Tullio De Piscopo, un sorriso a ritmo del suo “Tempo”

by Valeria Saggese

Lunedì 3 dicembre, al Teatro Ateneo dell’Università degli Studi di Salerno Tullio De Piscopo ha raccontato il suo “Tempo” a ritmo di racconti e aneddoti. L’evento organizzato da DLiveMedia con la collaborazione di ViviUniSa, ha visto la partecipazione di studenti e fan del maestro della batteria.

Una lunga carriera artistica che va oltre ogni genere musicale. Il ragazzo di Porta Capuana si trova ben presto a Milano a confrontarsi con i grandi del jazz, partendo dal chitarrista Franco Cerri per poi collaborare con nomi altisonanti quali Dizzie Gillespie, Chet Baker, Billy Cobham, Wayne Shorter e poi passare alle armonie brasiliane di Vinícius de Moraes, Toquinho, Naná Vasconcelos. Il suo incontro con Astor Piazzolla strappa un sorriso a tutti. “Non sapevo chi fosse – racconta –  credevo fosse un fisarmonicista romagnolo”. Successivamente, ancora incredulo di questa collaborazione, restò per minuti interminabili ad ammirare quel “piccolo strumento tondo”,  simile a una fisarmonica. “Faceva sentire il mare con le sue onde” – narra il musicista – “era Il bandoneon”.

È il tango. È l’Argentina. Piazzolla per la prima volta con Tullio De Piscopo introduce la batteria in un suo concerto. È la storia della musica che si intreccia e risuona al teatro Ateneo dell’Università. Batterista richiestissimo, collabora anche con Mina, Lucio Dalla, Fabrizio De André, Enzo Jannacci, e tantissimi altri. Il suo è un suono riconoscibile, unico, partenopeo che ha il sapore del Neapolitan Power e del jazz.

È Pino Daniele, è “Vai mo’”, è “Bella ‘Mbriana”. È Joe Amoruso, James Senese, Rino Zurzolo, Tony Esposito. È l’alchimia che genera quel sound nuovo, che non rinnega la tradizione ma che taglia una linea verso l’innovazione più pura. Quell’innovazione di quarant’anni fa che oggi viene riascoltata in vinile e riproposta dai Dj più in voga di New York e Londra. Quel sound che prendeva forma e dava vita alla poesia, alla musica e al genio di Pino Daniele.

L’intuito aiuta gli audaci e l’intuito spiccato è degli artisti. De Piscopo è un treno e “Andamento lento” scritta in un taxi è la canzone che ama perché gli ha permesso di comprare casa per la sua famiglia. Stop bajon guardava al futuro con la tv a 36 canali, quando all’epoca ce n’erano solo due. È il sorriso, è l’amore per il prossimo e per la musica a fargli vincere la più grande battaglia, quella contro il tumore. Nel 2012 davanti a un pubblico in delirio, Tullio regala l’ennesimo sorriso e una “botta di vita” agli spettatori del Palapartenope, in quel concerto fortemente voluto da Pino Daniele. Eppure sua moglie Dina è lì nel backstage per cambiargli le bende ogni due ore. Nessuno sapeva. Pino si. Quel legame profondo nonostante i piccoli litigi. Quel legame suggellato per sempre dalla musica incisa e suonata. Quella che scorre oltre la tecnica e sorpassa la mente, generata con le spazzole e le bacchette. Quella musica che attraversa solo il sentimento e la racconta nel suo libro “Tempo! La mia vita”.

Valeria Saggese