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Viaggio alla scoperta della musica: il blues

by Alessandra Montefusco

Non esiste un altro genere musicale come il blues. Immerso in emozioni liriche e melodie sensuali, è facile capire perché la musica blues abbia avuto un impatto così profondo e duraturo sulla musica degli Stati Uniti d’America e di tutto il mondo.

Il viaggio del blues può essere tracciato a partire dall’Africa Occidentale, fino ad arrivare ai centri urbani del Nord degli USA. Gli inizi della musica blues sono stati tutt’altro che felici. Il genere ha avuto origine durante l’era antecedente alla Guerra di Secessione degli USA come canto di lavoro degli schiavi afroamericani. Un grido di dolore che trasformava in note il loro stato d’animo, la loro voglia di libertà e le loro emozioni di essere umani vittime di un’oppressione indegna.

Il blues è l’eco delle caratteristiche chiave della musica africana, che comprende elementi di conversazione, come il botta e risposta musicale, l’improvvisazione, poliritmi complessi e scale musicali composte da cinque note. Sebbene sia nato nel profondo Sud, si può dire che il blues è “cresciuto” nel delta del Mississippi, appena a monte di New Orleans, la città natale del jazz. Blues e jazz, infatti, si sono sempre influenzati a vicenda e interagiscono ancora oggi in numerosi modi.

I Delta Blues, così venivano chiamati i rappresentati di questa evoluzione del genere, si esibivano spesso in spettacoli individuali a partire dalla fine degli anni ‘20, accompagnati dalla chitarra slide. Tra i più noti ricordiamo Robert Johnson, John Lee Hooker e Freddie Spruell. Con testi incentrati su temi simili a quelli cantati dai loro antenati nei campi di schiavitù, i Delta Blues cantavano di salvezza, dannazione, problemi economici e romanticismo.

[Milk cow blues di Freddie Spruell, la prima canzone Delta Blues mai registrata]

La migrazione del blues

Dopo la Grande Depressione, milioni di afroamericani lasciarono il Sud del Paese per stabilirsi in grandi centri urbani nel Nord degli Stati Uniti d’America. Il blues si è mosso con loro, evolvendosi per adattarsi al nuovo stile di vita urbano. Protagonista del maggior flusso migratorio di musicisti blues fu Chicago, che divenne la patria del blues per eccellenza.

Alcuni dei principali bluesman del periodo di Chicago sono: Muddy Waters, Willie Dixon, Howlin ‘Wolf e Jimmy Reed. Sempre legato alle proprie radici, lo stile blues di Chicago si è sviluppato negli anni Quaranta e ha fatto sue le caratteristiche di fondo del Delta blues, aggiungendo un tocco di energia con chitarra elettrica, batteria, basso e pianoforte. Queste innovazioni furono pensate principalmente per accattivarsi il nuovo pubblico della città, più ampio ed esigente.

Mentre i testi del blues spesso affrontano le avversità personali, la musica stessa va ben oltre l’autocommiserazione. Il blues significa anche superare la sfortuna, dire ciò che si sente, liberarsi e andare avanti. Il miglior blues è viscerale, catartico e fortemente emotivo. Passa dalla gioia sfrenata alla profonda tristezza.

Probabilmente il blues può essere visto come la radice di tutti gli stili musicali occidentali che conosciamo oggi ed è sicuramente un mondo da cui è difficile non rimanere affascinati.