Home Cultura Il non lieto fine: la vera trama delle fiabe

Il non lieto fine: la vera trama delle fiabe

by Benedetta Gambale

Tra le categorie più amate dai bambini e dai ragazzi ci sono le fiabe, in particolare i classici della Disney che rappresentano per molti i ricordi più belli dell’infanzia. Andando a guardare più in profondità, però, questi racconti che sembrano essere così innocenti con il tipico “lieto fine”,  nascondono storie crude e terribili fatte di sofferenza, morte e dolore.

Cenerentola

Tutti noi conosciamo la classica storia di questa principessa. Maltrattata dalla matrigna e dalle sorellastre, Cenerentola è costretta a spendere i suoi giorni chiusa in casa a svolgere le mansioni domestiche. Ma grazie al magico aiuto della fata madrina riuscirà ad andare al ballo del principe, ad una condizione: che allo scoccare della mezzanotte torni a casa perché l’incantesimo svanirà! Mentre l’orologio rintocca l’ora fatidica, il principe, innamorato dell’eleganza di Cenerentola, prova a fermarla. Riuscirà ad afferrare solo la scarpetta di cristallo che la principessa ha perso durante la corsa ma che gli permetterà di riconoscerla e sposarla!

Nella versione originale dei fratelli Grimm, invece, le sorellastre, gelose, si amputano parte dei piedi per poter calzare la scarpetta. Il principe si rende subito conto di tutto ciò ed improvvisamente due uccelli cominciano a beccare gli occhi delle sorellastre che, ormai non vedenti, finiscono a chiedere l’elemosina per strada. Un lieto fine, no?

La Sirenetta

La Sirenetta, nel classico della Disney, è trasformata in essere umano in modo da potersi sposare col principe ed avere un matrimonio da favola.

La storia originale di Hans Christian Andersen è un po’ diversa: prima di tutto la trasformazione in umano avviene in modo doloroso. La Sirenetta è costretta a perdere la sua voce ed ogni passo che fa con i suoi nuovi piedi corrisponde ad un’agonia: un po’ come camminare sui coltelli. Per di più il principe si sposa con un’altra donna e la Sirenetta è costretta a morire. In punto di morte le sorelle le regalano un pugnale: solo dopo aver ucciso il principe e aver bagnato i piedi con quel sangue, potrà tornare ad essere una sirena. Ma l’amore è troppo forte e la giovane non riesce a compiere un gesto così atroce. Il finale è decisamente tragico: la principessa deciderà di lasciarsi morire nell’Oceano, dissolvendosi in schiuma di mare.

Biancaneve e i Sette Nani

Nella classica storia Disney siamo abituati a vedere una Biancaneve che sfugge continuamente alle minacce della Matrigna: dal cacciatore mandato ad ucciderla che la salva per pietà all’incantesimo della mela avvelenata sciolto dal bacio del Principe Azzurro.

Nella fiaba dei fratelli Grimm, invece, la Matrigna malvagia e invidiosa chiede al cacciatore di prendere Biancaneve nella foresta, di ucciderla e di riportare i polmoni e il fegato, in altre versioni il cuore, non solo come prova della morte, ma per poterli addirittura mangiare e diventare bella come quella fanciulla. Dopo varie peripezie, però, Biancaneve, che ha circa sette anni, quindi minorenne e bambina, si sposa con il principe e alle nozze la matrigna sarà costretta ad indossare delle scarpe di ferro arroventate, che la porteranno alla morte per il dolore.

La Bella Addormentata

La versione di Giambattista Basile del 1634 è concepita come fiaba per adulti, più che un racconto per bambini. Difatti la principessa non riceve un bacio, ma subisce un vero e proprio stupro da parte del principe. La Bella Addormentata concepirà due gemelli e sarà uno di loro a svegliarla dal sonno profondo: succhiando il dito della mamma, le estrarrà la spina velenosa.

Pinocchio

Pinocchio non ha mai avuto un buon rapporto con il grillo parlante, eppure nella versione originale arriva addirittura ad ucciderlo. Il grillo farà altre sue apparizioni ma sotto forma di fantasma. Geppetto e Pinocchio, inoltre, non vengono ingeriti da una balena ma da uno squalo gigante. Nelle prime intenzioni di Collodi, la storia avrebbe dovuto concludersi in tragedia, con l’impiccagione del burattino. A mettere in atto la terribile esecuzione sono proprio il Gatto e la Volpe, che, dopo aver derubato e legato lo sventurato protagonista, lo appendono ad un ramo di una quercia.