Home Attualità Kamala Harris e lo “scandalo” della pentola

Kamala Harris e lo “scandalo” della pentola

Pentole e altri utensili da cucina per un totale di circa $600: l’acquisto parigino della vicepresidente degli Stati Uniti d’America Kamala Harris fa il giro del mondo

by Ada Troisi

I may be the first woman to hold this office. But I won’t be the last” (Posso essere la prima donna a ricoprire questa carica. Ma non sarò l’ultima)

Questa la dichiarazione piccata di Kamala Harris durante la sua prima conferenza stampa dopo l’elezione a vicepresidente degli Stati Uniti d’America.

La prima donna ad essere stata investita da questo ruolo, infatti, ci ha già abituato alle sue risposte di opposizione rispetto ad una società che vuole tutt’oggi segregare la figura della donna ad un ruolo di sudditanza.

Critiche e acquisti costosi

A questo proposito, è di pochi giorni fa la notizia che ha spopolato tra i TG e giornali d’America del suo acquisto, durante un soggiorno parigino, di una pentola dal valore di $400 e altri utensili da cucina, per un ammontare di circa $600. Un attacco, dunque, che sembra più avere a che fare con l’articolo femminile la, che con la carica politica di vicepresidente. L’utilizzo degli articoli in questione, che lo si ammetta o meno, è più facilmente attribuibile ad una donna, e il fatto stesso che una notizia del genere sia diventata virale sembra avvalorare tale associazione.

Data la valenza storica senza precedenti della sua vittoria, non sorprende che Kamala sia tra i personaggi di fama mondiale più discussi. C’è chi, fin dal primo momento, l’ha sostenuta in maniera incondizionata, perché personificazione di coraggio e di raggiungimento del successo contro ogni pronostico. C’è chi, per gli stessi motivi, ha nutrito un malcelato scetticismo nei suoi confronti, osservando con una lente d’ingrandimento filtrata da pregiudizi ogni passo, ogni mossa, per riscontrare in questi la validità del proprio dissenso. In entrambi i casi, ci si aspettava dalla vice di Joe Biden la perfezione assoluta che, non in quanto donna o per le sue convinzioni politiche, ma in quanto essere umano, non avrebbe mai potuto raggiungere.

Inchiesta della CNN

La Harris non è nuova a critiche. Fin dai primi mesi del suo mandato è emersa una mancanza di leadership, che incide sul corretto svolgimento dei compiti e sui rapporti interpersonali con i suoi collaboratori. Una lunga inchiesta dell’emittente americana CNN ha documentato il malcontento in seno allo staff della vicepresidente, che da sua stessa ammissione si sente “limitata in ciò che è in grado di fare politicamente” (fonte: Linkiesta).

Il suo tasso di popolarità ha risentito delle suddette dichiarazioni, scendendo sotto il 30% e riducendo le possibilità di vittoria in un’eventuale candidatura alle future presidenziali. Questi passi falsi diventano terreno fertile per critiche come quella di qualche giorno fa, che minano l’immagine della Harris come personaggio politico, ma non solo.

Legittimazione degli stereotipi?

Ora viene solo da chiedersi se ciò che è accaduto alla vicepresidente possa avere risvolti positivi o erroneamente fortificare e malauguratamente rafforzare, anziché sradicare, alcuni stereotipi circa la figura della donna, basti pensare al luogo comune che orbita sulla figura femminile inerente le spese frivole (come era notoriamente avvenuto alla regina Maria Antonietta alla fine del ‘700) o al ruolo di madre e di casalinga che deve essere necessariamente in grado di svolgere.

Verrà aperto un nuovo capitolo sulla storia dell’empowerment femminile o l’accaduto non farà altro che legittimare la presenza di storie come questa nei notiziari e, di conseguenza, nell’immaginario comune?

Una cosa è certa: c’è ancora tanto da lavorare!