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Lo shock della morte di Astori

by Andrea Picariello

È il giorno dopo di una tragedia che ha fermato tutto il calcio nostrano: ieri, come già saprete, Davide Astori è stato rinvenuto senza sensi nella sua camera d’albergo ad Udine dove da lì a poco avrebbe giocato con la sua Fiorentina il match contro l’Udinese. Il calcio è solo un “gioco” ed è giustissimo fermarsi a pensare per una giornata cosa siamo e quali sono le cose davvero importanti. Cos’è il calcio in confronto alla morte di un ragazzo di soli 31 anni che lascia tanto dietro di sé;  rimangono i suoi gesti, le sue parole alle persone che gli erano vicine e rimane una bambina di soli due anni che ricorderà (e che ci ricorderà) chi era papà Davide.

Tutti nella giornata di ieri e di oggi si sono uniti al cordoglio. Gente che di solito non segue il calcio è rimasta di sasso di fronte una tale notizia. Tanti poi del mondo del calcio (e non) si sono uniti al cordoglio con il proprio ricordo per l’amico Astori:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Firenze in lutto per quell’uomo che ormai era diventato un figlio adottivo della città (Astori era originario di San Pellegrino, Bergamo). Grande dolore per la città viola che non lo vedrà più con la fascia da capitano al braccio con cui insieme ha talvolta gioito e talvolta rincuorato la tristezza.

Sul sito ufficiale della Fiorentina inoltre spuntano le prime proposte dei tifosi viola per onorare la memoria di Astori. In molti vorrebbero che venisse intitolato al difensore il nuovo stadio. Altri parlano del ritiro della maglia numero 13 mentre altri ancora suggeriscono, come accadde in Spagna (all’Espanyol per Jarque e al Siviglia per Puerta), di istituire una forma di tributo al 13′ di ogni partita della Fiorentina.

Continua poi la scoperta delle cause che hanno portato alla morte del giocatore. Per questo il procuratore capo di Udine ha disposto l’autopsia che avverrà domani all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine. “E’ un dovere accertare se la morte di Astori è avvenuta per tragica fatalità o se qualcuno avrebbe dovuto percepire qualcosa” le parole di Antonio De Nicolo, procuratore capo di Udine.

Funerali previsti per giovedì nella Basilica di Santa Croce di Firenze.

O capitano, mio capitano.
Perché non sei sceso a fare colazione insieme a tutti noi?
Perché non sei passato a riprendere le tue scarpe fuori dalla camera di Marco e non sei venuto a bere la tua solita spremuta d’arancia?
Ora ci diranno che la vita scorre, che lo sguardo va puntato in avanti e dovremo rialzarci, ma che sapore avrà la tua assenza?
Chi arriverà ogni mattina in mensa a riscaldare l’ambiente con il proprio sorriso?
Chi ci chiederà incuriosito ciò che abbiamo fatto la sera precedente per riderci su?
Chi sgriderà i più giovani e chi responsabilizzerà i più esperti?
Chi formerà il cerchio per giocare a “due tocchi” o chi farà ammattire Marco alla play?
Con chi dibatteremo sulle puntate di Masterchef, i ristoranti fiorentini, le serie TV o le partite disputate?
Su chi appoggerò la mia spalla a pranzo dopo un allenamento estenuante?
Torna dai, devi ancora finire di vedere LaLaLand per poterlo analizzare come ogni film appena uscito.
Torna a Firenze, ti attendono in sede per rinnovare il contratto e riconoscerti il bene e la positività che doni quotidianamente a tutti noi.
Esci da quella maledetta stanza, ti aspettiamo domani alla ripresa degli allenamenti.
Nella vita ci sono persone che conosci da sempre con le quali non legherai mai, poi ci sono i Davide che ti entrano immediatamente dentro con un semplice “Benvenuto a Firenze Ricky”.
Ovunque tu sia ora, continua a difendere la nostra porta e dalle retrovie illuminaci il giusto cammino.
O capitano, mio capitano.
Per sempre mio capitano.

[RICCARDO SAPONARA, CENTROCAMPISTA DELLA FIORENTINA]