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Loren e Mastroianni: un amore mai finito

by Benedetta Gambale

Con Sophia ci siamo sempre intesi a meraviglia. Se mia madre andava al cinema e mi vedeva con altre     interpreti mi telefonava preoccupata: Marcè, che hai fatto? Hai litigato con Sophia? – Marcello Mastroianni.

Ho interpretato con lui tante storie che posso dire di aver passato vent’anni della mia vita a lavorare    accanto a lui. Per me è stato il più insostituibile e meraviglioso amico della mia vita. – Sophia Loren.

Attori eclettici e dai mille volti, tra Sophia Loren e Marcello Mastroianni è subito nato un grande sodalizio, una profonda e sincera amicizia, un rispetto e stima reciproca che li ha resi una delle coppie cinematografiche più apprezzate e amate non solo in Italia ma anche all’estero. Sono stati i rappresentanti del cambiamento culturale e sociale in atto in Italia nel dopoguerra, hanno rivestito ruoli drammatici, comici, ammiccati, simbolici ed è stato proprio Vittorio De Sica a valorizzare il talento di questi due grandi attori. Hanno saputo regalare le più grandi emozioni, hanno portato sullo schermo quelle realtà, quei sentimenti, quelle idee che fino ad allora erano state tenute nascoste. La coppia più riuscita della storia del cinema. I rappresentanti del made in Italy.

I film in coppia

Giovani, divertenti, vivaci, dopo la prima collaborazione in Peccato che sia una canaglia, sarà Camerini a riunirli ne La bella mugnaia (1955), un remake de Il cappello a tre punte (1934) dello stesso regista. Nonostante il film non avesse avuto molto successo, la Loren riuscì ad attirare su di sé l’attenzione del pubblico, tutti erano pazzi di lei. Gambe in vista, seni prosperosi, una bellezza fuori dal normale, ma soprattutto una voce melodica.

L’anno seguente, la coppia sarà protagonista della commedia di Blasetti La fortuna di essere donna. Si tratta di una delle migliori commedie degli anni ’50. Il merito va sicuramente al personaggio tratteggiato dalla Loren: una figura femminile ambiziosa, con pochi scrupoli e a tratti cinica, ben decisa a sfruttare la fortuna di essere donna, o meglio, la fortuna di essere una donna giovane dal fisico prorompente, per ottenere ciò che vuole. Molto diversa dal tipo di ragazza giudiziosa che andava per di più nelle commedie dell’epoca. Una commedia che cerca di descrivere l’ambiente e il fenomeno divistico dell’epoca, fatto di intrecci, corruzione e arrivismo.

Si ritrovano poi ad interpretare Matrimonio all’italiana (1964), sempre diretti da De Sica, un riadattamento della Filumena Marturano di De Filippo. Nel titolo c’è un rifacimento al film Divorzio all’italiana (1961) di Germi in cui è protagonista Mastroianni. Prostituzione, guerra, amore, inganno; nel finale c’è la liberazione di tutto il dolore accumulato durante la storia e il trionfo della gioia con le lacrime che fino a quel momento Filumena non era riuscita a versare.

Mimì, lo sai quando si piange? Quando si conosce il bene e non si può avere. E io bene non ne     conosco: la soddisfazione di piangere non lho potuta mai avè.

Il dramma continua ne I girasoli (1969), l’ultimo film in cui la coppia sarà diretta dal regista De Sica. Un amore di un marito e una moglie distrutto dall’avvento della guerra, una trama drammatica, un dolore che strazia ma un legame che ad ogni modo non riesce a spezzarsi del tutto.

Dopo la morte di De Sica, la Loren e Mastroianni continueranno a fare coppia fissa per altri registi: La pupa del gangster (1975) di Capitani; Una giornata particolare (1977) di Scola; Fatto di sangue tra due uomini per causa di una vedova – si sospettano moventi politici (1978) della Wertmuller.

Un duo affiatato

Un rapporto unico di amicizia e professionalità, due divi del cinema italiano che rimangono nell’immaginario collettivo, che hanno fatto la storia del cinema in un momento in cui l’Italia era in continua trasformazione. Una coppia magica: da un lato Mastroianni è riuscito a creare un vero esercito di personaggi scolpiti a tutto tondo riuscendo meglio non nei personaggi abominevoli, brutti, sporchi e cattivi, quanto in quelli educati, che in anni di arrivismo e di gara alla sopraffazione reciproca apparivano come alieni, esseri provenienti da altre civiltà; dall’altro la Loren ha interpretato a lungo la condizione della donna italiana in mezzo al guado, tra emancipazione e accettazione passiva delle regole del gioco imposte dalla controparte maschile, è stata capace di giocare con la sua bellezza fisica ma allo stesso tempo offuscarla facendo prevalere la bellezza interiore e gli occhi, così espressivi.