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Dolores ‘O Riordan: la musica che resta

by Lucido Peduto

Concedersi alla rassegnazione della perdita eterna di un artista è un processo che poco si differenzia da quello di una perdita personale. In particolare, alle 5 scientifiche fasi di elaborazione del lutto (schock, negazione, rabbia, negoziazione, resa), se ne sostituisce una sola: la voglia di ricordare, la necessità quasi banale e stucchevole di omaggiare chi sarà in ogni caso capace di non lasciarci mai.
Come se veramente fosse possibile trovare qualcosa di più profondo che non si è stati capaci di cogliere appieno in tempo. Un’eterna conversazione a due, tanto sentita quanto vana.

Dolores ‘O Riordan, a prescindere dal motivo per cui non fa più parte di questo mondo, è un lutto difficile da metabolizzare e, forse, lo sarebbe stato anche tra trenta o quarant’anni.
La sua voce, insieme al sound rock e post-grunge dei Cranberries ha marcato una vera alternativa al mainstream degli anni ’90, creando un connubio eternamente unico e forgiando un’intera generazione.

“Bury The Hatchet” (1999), che contiene “Animal Instinct” e “Promises”, più che esempio lampante di queste caratteristiche, è ormai da considerarsi una vera e propria reliquia destinata non solo ai fan della cantante e della band, bensì anche a tutti coloro i quali credono davvero che la musica non sia mai soltanto musica.
Tutti i suoi testi, ogni sua parola e impercettibile intonazione, oggi, ci costringono ad un sapore diverso.

Animal Instinct

“And the thing that freaks me out is I’ll always be in doubt”

Promises

“All the meaningless and empty words I spoke”

Per non perdersi nella mera celebrazione è necessario semplicemente ricordare che questa straordinaria cantanre irlandese non era solo rock e non era solo bel canto. Era innanzitutto una donna, con un passato personale importante, che necessitava di trasmettere un messaggio. Immediatamente dopo una cantante che ci riusciva perfettamente.
Nella banalità estrema dell’ovvio, da “Just My Imagination” “Zombie” non c’era momento in cui la sua voce non trasmettesse emozioni. 

Tra le collaborazioni italiane ricordiamo quelle con:

  • Luciano Pavarotti

  • I Negramaro


  • Zucchero

Superfluo elencare tutti gli artisti che hanno ricordato in queste ore Dolores ‘O Riordan, tra numerose immagini e innumerevoli parole commemorative.
Di seguito, in particolare, i ricordi di Elisa, Ermal Meta e L’Aura.

Probabilmente non ci sarà mai un modo più giusto di un altro per affrontare situazioni simili. Attaccarsi eccessivamente al ricordo, costringendosi ad un forsennato ascolto, può diventare un’ossessione; non farlo affatto può portare a dimenticare, annullando l’arte di chi ci ha trasmesso emozioni.
In entrambe le possibilità, però, la verità è una sola: la musica non va mai via. Non solo si può recuperare, non solo ci può consolare: ci resta dentro.
Azzera il tempo, lo spazio e, infine, restituisce la vita, nella più inspiegabile delle magie.

Goodbye, Dolores.
Thank you.