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Le canzoni del mese – APRILE 2019

by Lucido Peduto

Aprile 2019 e già sono dodici i mesi che si contano da “No Tears Left To Cry” di Ariana Grande, “Uramaki” di Mahmood e “Bye Bye” di Annalisa, insieme alle altre proposte musicali già scandagliate nel corso della playlist di aprile dello scorso anno, che si può recuperare QUI.
Mesi e suoni si avvicendano con rapidità, al ritmo di temperature instabili e tentennante necessità di antiallergici. Quali certezze rimangono? “Amici di Maria De Filippi” non è più quello di una volta, non esistono più le mezze stagioni e Ornella Vanoni, al posto di Mina come direttore artistico del prossimo Sanremo, preferisce ascoltare nuovamente Patty Pravo e Briga.
Ma torniamo a noi.

James Blake – Barefoot In The Park (feat. Rosalía)

La selezione del corrente mese prende il via con la riflessività e l’ introspezione di “Barefoot in the park”, frutto del lavoro di James Blake e di Rosalía, di cui spesso abbiamo già avuto occasione di disquisire.
Il brano rientra nell’opera “Assume Form” che il cantautore britannico ha pubblicato lo scorso gennaio. Nel videoclip siamo visivamente al cospetto di una storia drammatica, che parte da due bambini immobili di fronte ad un incidente stradale. L’unica scena che dividono i due artisti, raffigurati perlopiù mentre passeggiano, è quella in cui incrociano i loro sguardi lungo una strada vuota, mentre percorrono direzioni opposte in auto. Suggestivo, nonostante nessun piede nudo nel parco.

 

Achille Lauro – C’est la vie

Il grande pubblico ha conosciuto Achille Lauro nelle vesti ribelli esibite durante la scorsa edizione di Sanremo, ma c’era anche chi lo seguiva da tempo e già sapeva degli altri ambiti musicali esplorati. Entrambe le categorie, però, saranno rimaste non poco sorprese durante l’ascolto di “C’est la vie”, contenuto in “1969”, album da poco uscito. In questo brano il flusso di emissioni delle parole di Lauro, quasi più biascicato del solito, aiuta nelle intenzioni comunicative del testo, che si perde in esplorazioni di serena rassegnazione e previsti tradimenti. Tipo Laura Lella a “Uomini & Donne”.

 

Marco Mengoni – Muhammad Ali

Nella nuova “Muhammad Ali”, Mengoni si persuade dell’inutilità di contare fino a cento in virtù di una inattaccabile superiorità dell’istinto. Non è dato sapere se sarà stato proprio l’istinto a trascinarlo nella piazza di Ronciglione insieme alla banda della città per performare il videoclip di questo suo nuovo singolo, ma è innegabile che non tutti sarebbero stati capaci di risultare così convincenti zigzagando tra fiati, percussioni e anziani a tavolino pronti a litigare furiosamente alla prima partita a carte persa.

 

Levante – Andrà tutto bene

Convinzioni dedicate a grandi speranze segnano il ritorno di Levante, che in “Andrà tutto bene” pare sull’orlo di una crisi isterica ben motivata, tra surriscaldamento globale, ipocrisie sociali, irritanti fatti di cronaca e arrendevolezze varie.
L’urlo di rabbia, che potrebbe ambire a diventare motto generazionale, è: “Questo è il futuro che sognavi per te?”.
A saper rispondere.

 

Måneskin – L’altra dimensione

In virtù delle leggi di compensazione vigenti nel mondo naturale, l’impegno civile appena descritto con Levante chiama naturalmente a sé la leggerezza dell’estate che verrà. “L’altra dimensione” dei Måneskin sembra, quindi, quantomai adatta. Non fosse altro che per ricordarsi ancora una volta dell’ipercitata Marlena, punto di riferimento immancabile, ormai quasi pari a Lilli Gruber.

 

Fast Animals and Slow Kids – Non potrei mai

La band con il nome anglofono più lungo d’Italia sta per tornare con un nuovo lavoro discografico e, per rendere più interessante l’attesa, ha ben pensato di pubblicare l’energica “Non potrei mai”. Sebbene Aimone Romizi rimarrà sempre prima il fidanzato di Camihawke e poi -eventualmente e solo in secondo luogo- il leader del gruppo, è innegabile che tra la chioma del soggetto appena citato e il videoclip correlato a questo singolo è possibile riscontare e confermare un certo stile, che si va distribuendo con non poco affetto.

 

Margherita Vicario – Mandela

Dall’intro parlato e confuso di una notte finita non proprio secondo i piani, Margherita Vicario -con tutta la forza che l’INRI può- si lascia andare ad un curioso viaggio superficiale e profondo al tempo stesso, tra ingiustizie, nostalgie e riflessioni sulla convivenza tra diversità. Questo è “Mandela”, tra quanto di più convincente e multietnico il mese di aprile ci ha donato.

 

FINNEAS – Break My Heart Again

Ben conosciuto come produttore della sorella, Finneas vuole proprio dare l’impressione di essere in grado di portare avanti anche una propria carriera, oltre che quella di Billie Eilish.
Con “Break my heart again” vi farà piangere anche lui. Una famiglia di maieutici delle emozioni.

 

The Zen Circus – Canta che ti passa

Per completare definitivamente il processo di risveglio primaverile, sembra adeguata la proposta di The Zen Circus, che taglienti espongono frasi dalla rabbiosa sensazione di disagio mista alla sentita e inusuale dichiarazione di appartenenza al proprio dolore.

 

Madonna, Maluma – Medellín

Sei minuti e quaranta complessivi per il videoclip, ma sarebbero bastati esclusivamente i frames di Maluma e qualche scena danzereccia con Madonna per incorniciare adeguatamente “Medellín”, che doveva essere la collaborazione del millennio. Sebbene l’incontro generazionale tra i due sembri ben studiato e correttamente esposto, accordando principalmente il minimo comune del ballo e della sensualità, qualcosa dell’intoccabile Madonna sembra venire meno, quasi in nome della più alta persecuzione della libertà e della sperimentazione, a discapito del sentiero più facile.

 

Calipso – Charlie Charles, Sfera Ebbasta, Mahmood, Fabri Fibra

Trap, rap, Mahmood, Sfera Ebbasta, Fabri Fibra, Charlie Charles. Non si tratta soltanto di nomi comuni e propri che farebbero collassare un membro qualunque dell’Accademia della Crusca, ma anche gli ingredienti che hanno permesso la nascita di “Calipso”, che ha la forza di chi intende autoproclamarsi tra i successi dell’estate. Salvo Baby K.

 

Bastille – Doom Days

Per l’atteso comeback, i Bastille confermano l’archiviazione dei riferimenti a Pompei, per spostarsi leggermente a nord. In “Doom Days”, infatti, tra un commento e l’altro su dipendenze da social e smartphone, c’è anche l’occasione per fare un amaro riferimento a un’apocalittica diretta streaming degli ultimi giorni di Roma.
All’estero la giunta di Virginia Raggi deve essere stata davvero raccontata in maniera catastrofica. Come in Italia.

 

Pioggia viola – Chiara feat. J-Ax

Se qualche mese fa di viola c’erano le rose, ora è il momento di allargare i referenti cromatici, includendo anche la pioggia. Secondo le previsioni di Chiara, infatti, questa sarà la situazione meteorologica predominante, accompagnata da amichevoli bonsai, calzini spaiati e altre adorabili bizzarrie.
C’è spazio anche per J-Ax, lui ormai bizzarro solo se si escludono le prime tre lettere della parola.

 

 

L’appuntamento con “Le canzoni del mese” si rinnova per il mese di maggio!
Buon ascolto!