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Media – Mafia: la comunicazione sovrana

by Benedetta Gambale

Quella attuale è una società in cui la comunicazione va ad acquisire un ruolo sempre più predominante. Non più solo tramite la stampa, ma anche per mezzo di tutti i nuovi media, viene a crearsi un flusso cospicuo di informazioni che riesce a mettere in collegamento l’uomo / lettore con la realtà che lo circonda.

Media – Mafia

Singolare è l’analisi del rapporto media – mafia, in particolar modo della differenza tra la trattazione mediatica dei funerali di Calogero Vizzini (12 luglio 1954) e di quelli di Totò Riina (17 novembre 2017). Attraverso la lettura e lo studio di quotidiani e riviste dell’epoca e, per quanto riguarda Riina, la visione anche di materiale videografico, si può arrivare ad una constatazione: nel luglio del 1954 molti giornali parlarono della morte di “Don Calò” relegando la notizia in articoli brevi e defilati; mentre con Riina c’è stato un boom di notizie e attacchi.

Il Tempo, articolo del 13 luglio 1954

Don Calogero è stato venerato come un eroe e celebrato con funerali pomposi, addirittura esaltato dal Procuratore Generale di Cassazione Guido Lo Schiavo. Riina, invece, è stato scomunicato né è stato possibile celebrarne il funerale pubblico: il suo nome è associato a quello di “mostro”. Possiamo notare delle differenze sostanziali. Entrambi mafiosi, ma con due destini diversi.

Ecco che l’informazione gioca il suo ruolo importante. Essa, nel 1954, sembra essere condizionata dalla limitatezza delle fonti. In alternativa al silenzio, ci si sofferma su aspetti banali, folklorici, stereotipati che creano un’aura di mito ed eroismo intorno alla figura di Vizzini e al problema mafia, che è molto più reale di quanto non si creda. Con Riina la situazione è differente. C’è un’invasione di materiale mediatico. Video, foto, registrazioni, articoli, servizi televisivi, film: l’informazione cambia. Non più creazione di miti, ma verità accertate. Ed è in questo modo che il lettore può attivare le sue capacità di critica e di osservazione.