A Miami 4 morti e circa 8 feriti, alcuni in grave condizioni
Si sta facendo sempre più chiaro lo scenario dietro il crollo del ponte pedonale a Miami, Florida, in cui sei autovetture sono rimaste schiacciate sotto la struttura – 950 tonnellate, 53 metri di lunghezza, 9 di larghezza – e cinque persone hanno purtroppo perso la vita.
La struttura è crollata sulla sottostante 8th Street. Installato sabato, il ponte serviva a collegare la Florida International University alla piccola cittadina di Sweetwater, da cui si stima che arrivino quattro mila degli alunni dell’università.
Sotto shock si dichiara il portavoce della società costruttrice: “In 40 anni della nostra storia non è mai successo nulla di simile“. Proprio secondo i lavoratori coinvolti nella costruzione del ponte pare che si sia trattato di un fallimento ingegneristico, ma non si esclude che possa essersi trattato di un errore nella fase di installazione.
Il ponte era costato oltre quattordici milioni di dollari ed era arrivato a seguito di numerose richieste dagli alunni dopo che l’anno precedente un loro compagno di studi è stato investito durante l’attraversamento della strada. L’inaugurazione sarebbe avvenuta nel 2019.
Uno spettacolo disastroso, hanno riferito alcuni testimoni, come se stesse avvenendo una scossa di terremoto. Ma perché per queste delicate operazioni il traffico non è stato interrotto? Su questo è stata aperta un’inchiesta dalle autorità cittadine e dalla contea di Miami-Dade.
Nel mirino ci sarebbe il nuovo sistema sempre più diffuso chiamato Accelerated Bridge Construction, che consisterebbe in un metodo di costruzione grazie al quale verrebbero a ridursi i rischi per i lavoratori, per i pedoni e si ridurrebbero al minimo, appunto, le interruzioni del traffico.
