Home Spettacolo Roberto D’Alessandro in Terroni. La vera storia dell’Unita d’Italia

Roberto D’Alessandro in Terroni. La vera storia dell’Unita d’Italia

by Benedetta Gambale

Roberto D’Alessandro è un attore e regista italiano conosciuto specialmente per il suo impegno in campo meridionalista. Dal 2011 porta in scena uno spettacolo molto complesso e controverso, “Terroni – La vera storia dell’unità d’Italia”, tratto dall’omonimo romanzo di Pino Aprile in cui si parla della questione meridionale dal punto di vista di un abitante del sud.

Sabato 21 aprile, alle ore 21.00, Roberto D’Alessandro sarà in scena con questa rappresentazione teatrale e musicale al Teatro Sociale Aldo Giuffrè di Battipaglia chiudendo, così, la rassegna di impegno civile. Abbiamo avuto l’onore di intervistare questo grande artista, curiosi di conoscere qualcosa in più sul suo spettacolo.

  • Terroni, già il titolo sembra dire tutto. Ma cosa nasconde, effettivamente, la storia di questo spettacolo?

Disprezzati a volte da alcuni del nord, noi terroni siamo visti come i pidocchi da disinfestare, come dei topi e Napoli è la fogna. Insomma, tutte frasi dispregiative.

Lo spettacolo racconta di un periodo storico molto particolare: quello dell’unità d’Italia. Dal 1961 al 1970, il sud del nostro Paese ha dovuto affrontare un decennio molto duro, di continua repressione. Il libro di Pino Aprile sostiene dei moventi inoppugnabili anche dagli accademici più agguerriti. Si parla proprio di un’occupazione militare senza dichiarazione di guerra nel regno delle Due Sicilie, messa in atto dal Piemonte con l’ausilio di forze straniere come la Francia, l’Inghilterra e l’America. C’erano molti interessi economici e questo povero regno, anche abbastanza florido per la sua posizione centrale nel mediterraneo, costituiva un elemento di disturbo per gli equilibri internazionali. Ed ecco che uno staterello come quello del Piemonte, con la scusa dell’unità d’Italia (che poi di fatto non è mai stata realmente fatta perché l’italia è sempre stata disunita) ha fatto prevalere gli interessi della ricca borghesia del nord su questo territorio. Così cominciò un’avventura basata sul marcio.

Tutto ciò è raccontato a chiare lettere nel libro e anche nel mio spettacolo che si sviluppa sotto forma di teatro-canzone. C’è una ricca discografia che si è occupata di questi temi, canzoni di cui solo ora comprendiamo il vero significato. ‘O suricillo, Brigante se more, Mala razza e tanti altri brandi di Domenico Modugno, Eugenio Bennato, Renzo Arbore, Mimmo Cavallo.

  • Cosa consiglia ai giovani che hanno come obiettivo quello di realizzarsi e lavorare nel mondo dello spettacolo?

Sono quasi 30 anni che faccio questo mestiere e devo dire che pur avendo faticato molto, a volte, mi sembra di aver faticato nemmeno un’ora. Il segreto? La passione! Ma allo stesso tempo bisogna avere tanta costanza e pazienza. Insistere, studiare e lavorare ore ed ore.