Home Sociale Unitalsi: un’occasione di felicità

Unitalsi: un’occasione di felicità

by Benedetta Gambale

Lo scrittore inglese William Hazlitt diceva:

Una parola delicata, uno sguardo gentile, un sorriso bonario possono plasmare meraviglie e compiere miracoli

E non c’è niente di più vero! In un mondo in cui sempre più spesso si parla di malattie, morte, cattiveria e dolori, non manca, però, uno spiraglio di luce, non mancano coloro che col solo essere presenti possono cambiarti la giornata. E ai microfoni di Rcs75-Radio Castelluccio, abbiamo avuto l’onore di avere due di queste persone: Nello Cappuccio, Responsabile Unitalsi Battipaglia e Gerry Bove, volontaria Unitalsi.

  • Quando e come nasce l’Unitalsi (Unione nazionale italiana per il trasporto degli ammalati a Lourdes e Santuari internazionali)?

Nello Cappuccio: L’Unitalsi nasce nel 1903 da una sfida. Un giovane disabile di una nobile famiglia di Roma, venuto a sapere dei pellegrinaggi che si fanno a Lourdes, decide di recarsi lì, sulla sua carrozzina, per vedere se ci sarà un miracolo: la sua guarigione. In caso contrario farà un gesto estremo: si sparerà sotto la grotta dei miracoli mariani. Arrivato a Lourdes, succede quello che amo definire il vero miracolo di Lourdes. Lui si accorge della presenza di tanti volontari che assistono in modo amorevole le persone bisognose e decide, così, di tornare a casa e rappacificarsi con se stesso. Nasce così l’Unitalsi: dalla consapevolezza dell’importanza di un messaggio di conforto e speranza per chi soffre. Da 116 anni, dunque, è iniziata la nostra storia di assistenza alle persone ammalate, bisognose, anziane e a tutti coloro che vengono definiti gli emarginati ma che noi chiamiamo gli amici speciali .

  • Quali sono le attività che state svolgendo e i progetti futuri?

Nello Cappuccio: Il primo progetto imminente lo abbiamo durante questo weekend. Il 30 e 31 marzo c’è la diciottesima giornata nazionale dell’Unitalsi, una giornata in cui ci autofinanziamo mediante la vendita delle piantine di ulivo, notoriamente simbolo di pace, ciò che caratterizza la nostra associazione. Mentre, per quanto riguarda i pellegrinaggi, il primo partirà il 26 aprile e interesserà tutta la sezione campana dell’associazione. Si tratta di un pellegrinaggio per i più piccoli infatti porteremo a Lourdes circa 400 bambini disabili con le loro famiglie. Dal 21 al 26 agosto, invece, vi porteremo tutti gli adulti bisognosi. In più organizziamo quotidianamente varie attività: le passeggiate al mare, a Napoli, tanti eventi che facciano sentire i nostri amici speciali sempre più al centro dell’associazione.

L’Unitalsi si è evoluta nel tempo e con la raccolta fondi che effettuiamo anche in questo fine settimana, finanziamo centri pediatrici ed oncologici a Roma, Bergamo, Brescia. Abbiamo anche una casa di accoglienza a Betlemme in cui vengono assistiti i ragazzi disabili che, purtroppo, a causa delle loro culture, sono molto emarginati. Unitalsi, inoltre, da qualche anno accoglie ragazzi che tra i 18 e i 28 anni vogliono prestare un anno di servizio civile nazionale. Un anno che cambia la loro vita sotto l’aspetto psicologico e morale. In più, dal 2011 facciamo parte del servizio di protezione civile nazionale. Abbiamo già operato all’Aquila e a Finale Emilia; la specificità del nostro ruolo in queste situazioni di disastro è stata molto apprezzata.

  • Come vi siete avvicinati al mondo del volontariato?

Gerry Bove: Per caso. Io ho avvertito 3 anni fa di aver bisogno di dare molto di più alla mia vita, avevo tanto amore. Sarà perché sono anche mamma. Ma avevo proprio bisogno di comunicare questo amore che avevo dentro. Una mattina ho trovato su internet il nome dell’associazione Unitalsi, c’è stato un primo incontro e da lì non ci siamo più lasciati. La nostra associazione non è, però, solo Lourdes, tocchiamo vari santuari internazionali. Ma quello che più mi preme sottolineare è che al centro ci sono sempre loro, gli ammalati, ci sono la nostra fede e la voglia di stare accanto a queste persone che non hanno solo bisogno di un supporto pratico e materiale, ma di un sostegno morale. A loro basta un sorriso, un abbraccio, essere ascoltati mentre raccontano la loro vita. A noi, tutto ciò, riempie il cuore di gioia.

  • Un consiglio da dare a coloro che desiderano diventare volontari.

Gerry Bove: Il consiglio è di telefonarci per stabilire un incontro e cominciare a conoscerci per capire cosa sono i volontari di Unitalsi accanto agli ammalati e cosa sono questi amici speciali per noi, perché rappresentano davvero il centro della nostra vita. Noi non siamo solo pellegrinaggio ma facciamo anche attività ludiche. Li portiamo in pizzeria, ci segniamo le date dei loro compleanni così da potergli fare una sorpresa, li portiamo al cinema, stiamo con loro. Vogliamo fargli sentire la nostra presenza per vedere realizzata la loro felicità.

L’Unitalsi, come sottosezione diocesana, è presente a Salerno, Battipaglia, Solofra ed Eboli. Potete trovare i contatti sulle rispettive pagine facebook e anche sulla pagina ufficiale dell’associazione Unitalsi.